Il pensiero neoplatonico tardo-antico. Da Plotinio alla chiusura della scuola di Atene (529 d.C.) (07)

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Questo corso offre un’introduzione al Neoplatonismo, il grande movimento filosofico che, tra III e VI secolo d.C., ha ripensato l’eredità di Platone in chiave metafisica, spirituale e teologica. Attraverso lo studio dei principali esponenti — da Plotino a Damascio — esploreremo le idee fondamentali sull’Uno, sull’emanazione dell’essere, sull’anima e sul ritorno all’origine. Il percorso analizzerà anche l’influenza del neoplatonismo sulla filosofia cristiana, islamica e rinascimentale. Il corso è rivolto a chi desidera approfondire uno dei vertici del pensiero tardo-antico, tra ragione, mistica e contemplazione.

1. Ammonio Sacca (ca. 175–242 d.C.), filosofo alessandrino, è considerato l’iniziatore del neoplatonismo. Si adoperò per conciliare il pensiero di Platone e Aristotele, ponendo le basi di un “principio supremo” da cui tutto emana, in una visione della realtà strutturata in diversi livelli di essere. Non lasciò opere scritte e il suo pensiero ci è noto esclusivamente attraverso le testimonianze dei suoi discepoli..

2. Plotino (ca. 204/5–270 d.C.), discepolo di Ammonio Sacca, è considerato l’effettivo fondatore della scuola neoplatonica. La sua opera principale, le Enneadi, fu raccolta dal suo allievo Porfirio. La filosofia di Plotino si basa su un sistema di emanazione, secondo cui la realtà deriva da un unico principio: l’Uno (sintesi profonda tra principio primo e principio ultimo, o, detto in termini aristotelici, tra causa efficiente e causa finale).

3. Porfirio (ca. 234–305 d.C.), discepolo di Plotino e curatore delle Enneadi, ha svolto un ruolo di primaria importanza nella diffusione del neoplatonismo e nel tentativo di armonizzarlo con l’aristotelismo. È noto anche per la sua Isagoge (Εἰσαγωγή), un’introduzione alle Categorie di Aristotele che divenne un testo fondamentale per la logica medievale.

4. Giamblico (ca. 245–325 d.C.), sviluppa il neoplatonismo in senso più teurgico e religioso, dando grande importanza ai riti e alla magia (dal greco μάγος [mágos], che a sua volta deriva dall’antico persiano 𐎶𐎦𐎢𐏁 [maguš], sapiente, sacerdote nei culti religiosi zoroastriani, esperto di astronomia, interpretazione dei sogni, rituali sacri e pratiche divinatorie).

5. Proclo (ca. 412–485 d.C.), figura centrale della scuola di Atene; sistematizza in modo rigoroso e gerarchico la dottrina neoplatonica, introducendo anche elementi teurgici, con opere come la Teologia platonica. Introduce il concetto di «Triade fondamentale dell’essere»: Μονή (Mònē; Permanenza), Πρόοδος (Próodos; Processione) ed Ἐπιστροφή (Epistrophē, Ritorno).

6. Damascio (ca. 458–538 d.C.), ultimo scolarca della scuola di Atene prima della sua chiusura ordinata da Giustiniano I (529 d.C.), rappresenta l’apice e la fine della filosofia neoplatonica antica. Egli costituisce anche uno dei contributi più audaci e distintivi della filosofia neoplatonica. Nella sua opera principale, Problemi e soluzioni sui primi principi (De Principiis), Damascio si discosta dalla tradizione neoplatonica di Plotino e Proclo, mettendo in discussione l’idea che l’Uno stesso sia il principio ultimo della realtà, coniando il concetto di Ineffabile (τὸ ἄρρητον; tò árrhēton).
 

Giorgio Ruffa

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